CAPPELLA DI SANTA REPARATA E SANTA BENEDETTA MARTIRE
La Cappella, originariamente intitolata a Santa Reparata, un tempo extra moenia del Castrum Monacilionis, presumibilmente risale ad epoca anteriore al XV secolo. I documenti del 1622 e le descrizioni storiche del 1701, 1703 e 1724 non menzionano l’anno di costruzione, essendo remota nel tempo, ma la descrivono strutturalmente, in ogni particolare. Le pareti erano completamente affrescate con motivi religiosi e artistici, ora, dopo il restauro del 1993, sono appena visibili all’altezza del finestrone centrale, sulla porta di accesso e sulla parete a destra nella cappellina di Santa Benedetta. Il quadro e gli stucchi che dominano il prospetto interno sono datati 1711 mentre sulla campana, che faceva parte del piccolo campanile della Cappella, è incisa la data del 1624, con la scritta “S. REPARATAE • MONACILEONIS • M DC XXIV”. Fu benedetta dal Cardinale Orsini il 25 ottobre del 1690. Il quadro su tela, che raffigura “Nostra Signora della Misericordia con Bambino in braccia con scherzo di Angioli, nel corno del Vangelo Santa Reparata e San Giovanni Battista e nel corno dell’epistola San Bartolomeo e San Francesco”, è “dipinto con bonissimo pennello” da certo Castellani, pittore accreditato dapprima presso la curia
cardinalizia beneventana, in seguito al Vaticano.
Ai lati del quadro sul prospetto centrale vi sono le statue lignee di Santa Reparata e della Madonna delle Grazie, di sconosciuta memoria.
Una lastra marmorea, posta sulla parete a destra, all’altezza dell’abside, ricorda la consacrazione e l’indulgenza concessa dal Cardinale Orsini, poi papa Benedetto XIII, in occasione di una sua visita pastorale nel 1707. In Cappella vi sotto due cripte, una al centro della navata con accesso dalla botola ben visibile e l’altra al di sotto della pavimentazione, in corrispondenza della cappellina, ex sagrestia, sulla fiancata sinistra dell’abside. Le cripte contengono i resti mortali di 320 persone e due sacerdoti, sepolti in diversi periodi. Molti sono i nominativi dei defunti durante la pestilenza degli anni 1656-1657.
Nella seconda riposano le spoglie di don Vincenzo Ambrosiano, ultimo dei sepolti nel 1889. Degna figura, questi, di religiosità e di alta cultura. Professore di Teologia e Diritto Canonico, membro di molte accademie, soprattutto all’estero. Autore di numerose e importanti opere pubblicate e inedite. Nato a Monacilioni, vissuto per lungo periodo fuori e all’estero, morto a Monacilioni da parroco del paese.
Si narra che le sue spoglie, all’indomani del rito funebre, furono trafugate dal cimitero cittadino e trasportate furtivamente nell’attuale cripta da fedeli e credenti del luogo.

La Cappella oggi

SANTA REPARATA
Santa Reparata, vergine fanciulla di Cesarea in Palestina, l’8 ottobre del 251 ha offerto il suo sangue, decapitata per la fede in Cristo.
Nell’anno 800, per grazia ricevuta, il duca di Benevento riuscì ad ottenere il permesso di traslare le sacre spoglie nella città sannita ma, durante il tragitto, per una serie di vicissitudini miracolistiche, il Sacro feretro fece ingresso, e vi rimase per sempre, nella città di Teano che, così, divenne la nuova patria della Santa.
Da quel momento si diffuse con grande fermento la fede e la venerazione e ovunque furono edificati luoghi di preghiere in suo onore, come a Monacilioni ove, tra l’altro, la Cappella fu anche dotata di beni immobili, rendite e legati di Messe.

 

(tratto dalla didascalia presente all’interno della Cappella)