Ovunque, nel Mondo, v’è un monacilionese, esiste un’immaginetta di Santa Benedetta che racchiude in sé tutta la sua fede e tutto l’amore per il suo paese. Così si esprimeva, alcuni anni or sono, durante il panegirico della Santa, un noto predicatore che, da missionario, aveva spesso incontrato famiglie monacilionesi in occasione dei suoi numerosi viaggi all’estero. Infatti, Monacilioni e Santa Benedetta costituiscono, ormai, due sinonimi, l’uno dell’altro. Una simbiosi che si è instaurata alla metà del XVIII secolo, quando l’arrivo della Santa apre un nuovo e radioso capitolo nella storia del piccolo centro, perché la popolazione, umile ma fedele, si vota integralmente alla sua venerazione, intrecciando le vicissitudini politiche, sociali ed economiche del paese con il culto profondo ed orgoglioso per la Santa Protettrice.
Nel 1752, sabato 23 aprile, giunse in paese Santa Benedetta, le cui spoglie erano state composte in una cassa di legno -nell’attuale Urna, che ha subito nel corso degli anni diverse modifiche e restauri, fu deposta nel 1753 in seguito alla Ricognizione Canonica del Corpo Santo, compiuta dall’Arcivescovo di Benevento Mons. Francesco Pacca in data 29 giugno.
Fu prelevata dalle catacombe di S. Priscilla a Roma, per concessione Vaticana -Benedetto XIV era il Papa regnante e il Cardinale Guadagni, vicario di Sua Santità, era il custode delle reliquie dei Santi Martiri- e per interessamento dell’Arciprete don Giuseppe Giuliano, con la mediazione dell’Abate don Gennaro de Simone, natio di Sant’Elia a Pianisi e molto vicino al Cardinale Guadagni. Il Popolo, che desiderava ardentemente ottenere il corpo di un Santo martire per la comune venerazione, fu accontentato di così grande splendore e partì numeroso ed entusiasta, agli inizi dell’anno, alla volta di Roma, insieme al Sacerdote don Donato Groppoli. Il viaggio di ritorno, a piedi, durò molti giorni per le soste necessarie al riposo. Nei borghi attraversati, tra la folla esultante, la Santa compì miracoli e concesse grazie. Nell’ultima tappa, quella di Cercemaggiore nella nostra provincia, guarì un infermo che non poteva camminare, come documentato da atto notarile rinvenuto presso lʼArchivio di Stato di Campobasso. Tramandata, da generazione in generazione, è anche la notizia che la Cassa contenente il Corpo di Santa Benedetta, durante il viaggio verso Monacilioni, diveniva pesante e intrasportabile sulle spalle di persone dei paesi delle località attraversate, mentre diventava leggera e facile a portarsi, quando era prelevata dai cittadini di Monacilioni. Tante cose sono successe da quel giorno! Un tripudio di fede e venerazione; un’esaltazione di virtù e d’amore, non comuni. Monacilioni, piccolo centro d’umile gente, ma di nobile cuore e di grandi lavoratori, divenne il centro dell’attenzione e di richiamo per tutte le popolazioni del circondario, perché custode di un Corpo Santo che esaudisce le invocazioni dei bisognosi. L’Urna, con le sacre spoglie, trovò sistemazione nella Chiesa madre dell’Assunta, ove i monacilionesi edificarono un vero trono alla loro Santa, in una Cappella a volta, ricca di affreschi e stucchi di pregiata fattura, sede anche di pellegrinaggio dai paesi limitrofi. L’invitta eroina Santa Benedetta è ricordata nel martirologio romano al 4 gennaio. Fu una religiosa matrona romana che dedicò la sua vita ad un apostolato di fede verso Cristo e di amore verso il prossimo, fino alla più atroce persecuzione dei Cristiani ispirata da Giuliano l’Apostata, quando la Santa subì il martirio in un mesto vespro del 4 gennaio, si reputa nell’anno 371 d.C. Il suo Corpo, con accanto il calice contenente il sangue versato, fu composto nelle catacombe di Santa Priscilla ed il loculo fu sigillato con una lastra marmorea recante la scritta “Benedicta Martyra”. Sia il calice che la lastra marmorea, sono conservati all’interno dell’Urna della Santa.
Trascorrono gli anni e cresce sempre più il culto per la “Santa di Monacilioni” e le prime emigrazioni nell’America del Nord lo diffondono anche oltreoceano. Nel 1852, in occasione del primo centenario della venuta della Santa, viene concessa la grazia dell’Indulgenza Plenaria dal Santo Padre Pio IX, per giorni 15, dalla seconda alla quarta domenica di maggio, per la durata di anni dieci. Nel 1937, per interessamento di don Gennaro Capasso che reggeva con illuminato zelo e carità sacerdotale la Parrocchia di Monacilioni, fu benedetta la statua processionale da S.E. Mons. Agostino Mancinelli, arcivescovo di Benevento. Prima di questa data veniva portata in processione la reliquia -pezzetto dell’occipite- prelevata nel 1873 da don Teobaldo Teutonico, delegato da S.E. il Cardinale di Benevento. La devozione e il culto per la Santa sono cresciuti nel tempo, perché la sua potente intercessione ha esaudito le preghiere dei fedeli. Prima degli eventi franosi, tutto era raccolto e venerato nella splendida Cappella della Chiesa madre, nella quale facevano da cornice gli affreschi dei principali miracoli della Santa. Dopo la demolizione del “grande tempio, Santa Benedetta ha ritrovato sistemazione nella Cappella di Santa Reparata, che è stata restaurata e benedetta nel 1993, con solenni festeggiamenti che videro la partecipazione di numerosi figli di Monacilioni, accorsi da ogni parte del mondo. In tale circostanza, oltre alla Ricognizione Canonica eseguita dall’Arcivescovo Mons. Di Filippo e dall’Arciprete don Domenico Leccese, fu restaurata l’Urna, che è tornata al suo antico splendore, e rinnovati completamente la veste aurea della Santa, il velo, i guanti e la corona d’oro.
In seguito un grave accadimento scuote la piccola comunità monacilionese; la notte dellʼ11 marzo 2016 delle persone si introducono furtivamente allʼinterno della Cappella di Santa Reparata, aprono la teca e rubano la corona dellʼamatissima Protettrice, causando gravissimi danni alle reliquie della Santa (in particolare al cranio che viene completamente disarticolato). Dopo lo sconcerto iniziale, si decide di fondare unʼassociazione per provvedere al restauro della Santa e dellʼUrna. LʼAssociazione Restauro SBM nasce nel giugno dello stesso anno e immediatamente si mette allʼopera. Il restauro delle reliquie dopo attente valutazioni viene affidato al Dipartimento di Antropologia dellʼUniversità degli Studi di Chieti “G. dʼANNUNZIO”, ed effettuato dal Prof. Luigi Capasso, dal Prof. DʼAnastasio e dal Dott. Jacopo Cilli. Nel mese di Marzo del 2017, viene eseguita una “Ricognitio Canonica” alla presenza del Vescovo di Campobasso-Bojano, S.E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, e con essa si dà inizio ai lavori di restauro che termineranno nellʼagosto dello stesso anno. Contemporaneamente alle reliquie viene restaurata anche lʼurna, danneggiata nella parte posteriore durante la triste notte della profanazione. Il 12 novembre del 2017, alla presenza di autorità civili e religiose, il Vescovo di Campobasso-Bojano S.E. Giancarlo Maria Bregantini celebrando la Santa Messa, appone i sigilli allʼUrna e simbolicamente restituisce la Nostra Protettrice al culto della comunità.
Al momento il Dipartimento di Antropologia dellʼUniversità di Chieti è al lavoro per pubblicare uno studio sul restauro corredato da unʼampia documentazione fotografica. Un fausto avvenimento caratterizza la storia recente, nei mesi conclusivi dellʼanno 2018 (tra ottobre e novembre) una reliquia attribuita alla Nostra Santa, conservata nella chiesa di San Benedetto a Brindisi, viene donata alla nostra comunità da parte del Vescovo di Brindisi-Ostuni, S.E. Mons. Domenico Caliandro, grazie alla generosità di Don Fabio Ciollaro, Vicario della Diocesi e Rettore della Chiesa di San Benedetto. La reliquia è stata collocata, dopo una cerimonia solenne alla presenza del Vescovo Giancarlo Maria Bregantini e di tutte le autorità, alla destra dellʼaltare allʼinterno della Cappella di Santa Reparata.
Riferimenti bibliografici :
– Prof.Modestino De Martinis “S. BENEDETTA MARTIRE” II CENTENARIO Maggio 1952;
– Prof.Francesco Naimo “BREVE STORIA SU S. BENEDETTA MARTIRE DI MONACILIONI E IL POPOLO CHE LA VENERA” Maggio 2008, “S. BENEDETTA MARTIRE- PROTETTRICE DI MONACILIONI” opuscolo-aprile 2002;
– Don Domenico Leccese “MONACILIONI E S. BENEDETTA MARTIRE- profilo storicopolitico-religioso” Luglio 1997.